martedì 6 ottobre 2009

Capitolo II

e il vento soffiò fumo nero e le montagne eruttarono lava

Era ormai calata la sera sul mare ormai calmo e su quello che restava della barca di 'Ndonie. Del cafone del villaggio non v'era più alcuna traccia.
I giovani ero della Compagia del Porciello, consci di dovere le loro vite al pirata Ziotomm cercarono di sdebitarsi invitandolo a cena a bordo della Battàcciasande.
All'inizio i quattro erano intimiditi dalla possente e leggendaria fiducia ma a poco a poco il vino e l'arrostello sciolsero anche le più ferme barriere e in breve tutti chiacchieravano allegramente come se si fossero conosciuti da sempre.
"Ciattè, 'cciasanda, me li vu' passa sti arrustell'?"
"Scine, scine, vabbò, ca non ci corre dietr' lu porkracken, nin t'incazza'!"
Solo Ziotomm pareva silenzioso e non si lasciava contagiare dall'allegria generale. a faccenda del latifondista ancora teneva la sua mente occupata.
"Nfra magnem' avem'a pensa' al nostro futur'" dichiarò all'improvviso con voce tonante (anche a causa dei pipindun' da poco ingeriti che tendevano a riproporsi) mentre si alzava in tutta la sua statura.
Proprio in quel momento un lampo incendiò il cielo e un tuono (che doveva fare?) tuonò.
"Ehhhhhhhh?!" chiese Venanzje
"Aua' Ziotomm, qua continua a tuona' ogni volta che pirl'. Vedi ca di' fa ca nin si capisc' nu cazz..."
Ziotomm fece quindi a tutti segno di tacere e si chinò sul pavimento per tracciare nella polvere il sunto del suo piano per assurgere a pieno diritto al ruolo di latifondista.

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